Sfortunatamante, una significativa porzione di pazienti presenta alla diagnosi una malattia tumorale in stadio avanzato, per la quale l’approccio chirurgico potrebbe non essere indicato.23
I pazienti con NSCLC con risultati dei test molecolari disponibili in occasione del primo consulto oncologico iniziano il trattamento prima rispetto a quelli senza risultati molecolari disponibili alla prima visita: 16 giorni dal primo consulto all'inizio del trattamento vs 29 giorni.17
Molteplici fattori possono influire sul Turn Around Time (TAT). Le attuali linee guida CAP/IASLC/AMP (College of American Pathologists, International Association for the Study of Lung Cancer, Association for Molecular Pathology) raccomandano un tempo massimo complessivo di completamento (TAT) della refertazione di 10 giorni lavorativi per i risultati dei test dei biomarcatori nel NSCLC in stadio avanzato.11 Purtroppo, molti di questi test sono associati ad un lungo TAT, che spesso supera quello assegnato dalle correnti linee guida per le attività di diagnosi1.
I test sui biomarcatori nel tumore del polmone sono tradizionalmente richiesti dall'oncologo curante dopo la conferma di una diagnosi patologica appropriata.34
Il ritardo che ciò introduce prolunga ulteriormente quello che è già un percorso di pre-trattamento complesso e a più fasi, e ritarda l'inizio del trattamento sistemico di prima linea, che è strettamente legato ai risultati di tali analisi.34
È stato dimostrato che i test reflex, in cui la responsabilità di analizzare una serie concordata di biomarcatori spetta al patologo, standardizza e accelera il processo, facilitando e ottimizzando la gestione dei tessuti.34
Il reflex testing è quindi un fattore chiave per il completamento con successo dei test sui biomarcatori nel NSCLC, dove la quantità di materiale disponibile per i test è spesso molto limitata.34
Immagine 15: Elaborata da Tabella 1, ref 33
I test NGS riducono al minimo il consumo di tessuto e forniscono una profilazione molecolare completa per orientare le decisioni terapeutiche ottimali nel NSCLC in stadio avanzato1. Anche le linee guida ESMO raccomandano l’utilizzo di tecnologia NGS per guidare le scelte di trattamento nell’aNSCLC19.
Inoltre, l’NGS può essere una strategia di analisi economicamente vantaggiosa poichè32:
COSTI DIFFERENZIALI PER PAZIENTE: SGT VS NGS (N=364)
L’UTILIZZO DI NGS È ASSOCIATO A UNA RIDUZIONE DEI COSTI RISPETTO AGLI APPROCCI BASATI SUL SINGOLO GENE PER L’ANALISI DI PIÙ BIOMARCATORI NEL NSCLC IN STADIO AVANZATO, A CONDIZIONE CHE VENGA SOTTOPOSTO A SCREENING UN NUMERO MINIMO DI PAZIENTI20
SGT = Single Gene Testing
TMB = Tumor Mutational Burden
Immagine 16: Elaborata da Figura 2, ref 20
L'approccio NGS può ottimizzare la gestione del flusso di campioni in oncologia toracica per ottenere risultati di biologia molecolare.21
Questi risultati inoltre possono essere ottenuti quasi contemporaneamente ai risultati in immunoistochimica (IHC), in particolare quelli relativi alla percentuale di cellule tumorali positive a PD-L1, permettendo al medico di avere a disposizione la valutazione di tutti i biomarcatori per la migliore scelta terapeutica del trattamento di prima linea.21
L’UTILIZZO DI NGS CONSENTE DI ANALIZZARE SIMULTANEAMENTE PIÙ BIOMARCATORI E DI FORNIRE INFORMAZIONI COMPLETE AI MEDICI SE IL TESSUTO È LIMITATO
Immagine 17: Elaborata da ref 32
Sfortunatamante, una significativa porzione di pazienti presenta alla diagnosi una malattia tumorale in stadio avanzato, per la quale l’approccio chirurgico potrebbe non essere indicato.23
In questi casi, l’unico tessuto che potrebbe essere disponibile per le operazioni di testing molecolare proviene da piccole biopsie o campioni citologici, che non sempre sono sufficienti a causa della scarsità di materiale neoplastico presente.23
Questo potrebbe richiedere un’ulteriore biopsia, che nel 8,4% dei casi porta con sè il rischio di complicazioni.23 Inoltre, in molti casi di tumore al polmone, sia la biopsia che la re-biopsia non sono fattibili per via della localizzazione del tumore o del performance status del paziente.23
La biopsia liquida potrebbe quindi contribuire positivamente a questa limitazione, consentendo un ampio spettro di analisi molecolari in maniera minimamente invasiva.23
Immagine 18: Elaborata da Figura 1, ref 24
VANTAGGI E SVANTAGGI DELLA BIOPSIA TISSUTALE E LIQUIDA NEL NSCLC
Immagine 19: Elaborata da Figura 1, ref 22
cfDNA RISPETTO A TEST BASATI SU TESSUTI IN PAZIENTI CON MNSCLC
Immagine 20: Elaborata da Tabella supplementare 2, ref 25Immagine 21: elaborata da ref 25, 28
L’interpretazione clinica dei risultati dei test dei biomarcatori può essere un ostacolo all’aderenza alle linee guida e all’implementazione di una terapia appropriata.4 Gli operatori sanitari potrebbero non essere a conoscenza della rilevanza clinica di alcune delle alterazioni genetiche riportate, e di come trattarle4.
L’uso di un modello fornito dalle associazioni di patologi può aiutare a guidare la refertazione dei risultati dei test, compresi i biomarcatori emergenti.4,29 L'uso della nomenclatura standard non prevale sulla necessità di una comunicazione chiara.30 Pertanto, la nomenclatura colloquiale dovrebbe essere inclusa in aggiunta alla nomenclatura standard, per trasmettere con chiarezza il significato dei risultati ai clinici che leggono i referti e li utilizzano per determinare il trattamento.30 La segnalazione delle varianti genomiche utilizzando la nomenclatura HGVS (Human Genome Variation Society) permette di rimappare senza ambiguità la variante nel genoma di riferimento, e la nomenclatura colloquiale fornisce un messaggio chiaro al team clinico.30 La scala ESCAT (ESMO Scale of Clinical Actionability of molecular Targets) fornisce dei criteri evidence-based per la prioritizzazione dei markers e per la selezione dei pazienti da trattare con le terapie target.8 La scala ESCAT definisce sei livelli di evidenza clinica per i vari target in relazione alla loro implicazione nella gestione del paziente, andando da un livello I (pronto per l’implementazione nelle decisioni della pratica clinica) al livello X (mancanza di evidenze per la sua actionability)8. La creazione di referti in un formato integrabile con le cartelle cliniche elettroniche potrebbe essere molto utile in quanto consentirebbe di recuperare facilmente lo stato dei biomarcatori di un paziente per una futura consultazione.30
Nonostante il nuovo approccio al trattamento di alcune neoplasie abbia la potenzialità di rivoluzionare lo scenario terapeutico dell’oncologia, è estremamente complesso e richiede che nella pratica clinica vengano sempre mantenute l’appropriatezza, l’omogeneità e la sostenibilità economica dei test genomici richiesti, nonché siano rese disponibili specifiche competenze scientifiche e cliniche per la scelta delle terapie mediche.36
Tutto ciò rende imprescindibile la collaborazione di differenti specialisti (in particolare patologi, patologi molecolari, genetisti, oncologi, farmacologi, chirurghi, radiologi, bioinformatici e biologi) all’interno dei “Tumor Molecular Board” (TMB), per permettere una corretta gestione del paziente affetto da neoplasia.36
c. Team predefinito
d. Specialisti da coinvolgere qualora ne siano richieste le competenze cliniche
Radiologo, Radiologo interventista, Radioterapista, Medico nucleare, Chirurgo, Endoscopista, Specialisti d'organo coinvolti (Gastroenterologo, Pneumologo, etc)
e. Oncologo/Ematologo referente del caso clinico
È opportuno identificare un Coordinatore e un Segretario
Immagine 22: elaborata da ref 36
ITA-NP-1023-80002